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RIFLESSIONI SUL DEBUTTO
ALBERTO MANCO



Sono rimasto colpito dall'enorme impegno che deve aver richiesto la trasposizione di un testo così profondo e complesso. Parlo della complessità dei temi che lo hanno ispirato, che da un lato richiedono una sensibilità del tutto eccezionale affinché siano trasposti in un testo e dall'altra una predisposizione generosa a renderli fruibili anche per chi non mastica certe tematiche. Oltre che nelle attrici e negli attori, nella regolarità del testo, nella sua sintassi così ben curata, ho trovato equilibrio ovunque, nelle musiche, nelle bellissime cromie, nelle luci, persino nelle scene in cui si rappresentano certi improvvisi moti dell'animo, con movimenti dei corpi nello spazio che non sono mai casuali. Da quello che ho visto, lo sforzo di ricreare spazi diversi e tempi diversi in uno spazio scenico unitario è riuscito senza sbavature, e credo che questa sia una delle cose più difficili quando si mettono in scena lavori come questo. Se dovessi definirlo in base alle mie sensazioni, direi che si tratta di un'opera che restituisce il senso profondo del gesto e della parola, e delle conseguenze che da essi discendono.

Prof. Alberto Manco (Università L'Orientale di Napoli).