E R I K
ANTEFATTO
Compulsando attentamente questo sublime testo teatrale, risulta quasi certo che Sri Aurobindo abbia letto, in latino e in volgare (tedesco e inglese), le varie saghe consacrate ai re islandesi-scandinavi, utilizzando a piacere nomi e circostanze della storia della Norvegia appartenenti al periodo compreso fra il IX e l’XI secolo, periodo al quale gran parte della letteratura medioevale scandinava fece riferimento. Nessuno degli antichi testi cui attinse, ovviamente, può svelarci il segreto della bellezza di questo dramma lirico: come di consueto, Sri Aurobindo trascende le fonti scritte e trae ispirazione da sorgenti più profonde.
Storicamente, di tutti gli Erik che regnarono nella Penisola Scandinava nessuno corrisponde al modello del protagonista di questo capolavoro di poesia drammatica. Peraltro, la vivida caratterizzazione del personaggio mostra le fattezze di un uomo completo, una sorta di simbolo rappresentativo piuttosto che un personaggio storico. Qualcosa di analogo, in aggiunta, si rileva in tutti gli altri personaggi del dramma, come abbiamo già avuto modo di porre in rilievo.
Seguendo le indicazioni che lo stesso Sri Aurobindo sapientemente dissemina nei cinque atti del testo teatrale, qui intendiamo invece ricostruire l’ordito su cui la ricca trama dell’opera è stata mirabilmente intessuta.
Cominciamo con il ricordare che ogni anno i popoli norreni dell’epoca organizzavano un consiglio al quale partecipavano i cosiddetti jarl (da cui deriva l’inglese earl utilizzato da Sri Aurobindo per designarli, da noi trasposto in italiano mediante il titolo nobiliare di “conte”, come d’uso): tale simposio era noto con il nome di althing (“assemblea, þing, generale all” — termine oggi utilizzato per designare il Parlamento nazionale islandese) — ovvero, una riunione dei capi delle varie casate norrene, allo scopo di discutere insieme questioni di ordine politico, economico e giuridico.
Durante uno di questi althing, dal testo teatrale si può desumere che Olaf (padre di Sven e di Aslaug) e Yarislav (padre di Erik) hanno una disputa; la lite, conclusa l’assemblea, porta Olaf a uccidere Yarislav. Per conseguenza, Erik succede al proprio padre, diventando sovrano di Yara. Qui in basso è riprodotta una immagine della cartina geografica della Scandinavia intorno all’anno Mille (dal dipinto su similpelle che Simonetta Invernizzi ha realizzato appositamente per lo spettacolo), sulla quale abbiamo evidenziato i tre luoghi principali segnalati nella drammaturgia: Yara (Norvegia settentrionale; città probabilmente di fantasia, nata dalla penna di Sri Aurobindo), Trondheim (Norvegia centrale; storicamente fondata nel 997 da Olaf I di Norvegia e situata alla foce del fiume Nid sulla sponda meridionale del fiordo omonimo, ha da sempre costituito un importante crocevia delle comunicazioni) e Göteborg (in Svezia; città all’epoca situata al confine con la Norvegia meridionale).
Per tornare alla nostra plausibile ricostruzione dell’antefatto del dramma, lo zio di Erik, Hacon, cerca di vendicare il cognato, ma fallisce nell’intento e viene anzi ucciso in modo assai cruento da Olaf.
Salito al trono per volere di Odino, Erik è animato dal proposito di unificare la Norvegia, per troppi secoli lacerata da lotte intestine. Nel corso di tale espansione, egli riesce — anche grazie alle sue notevoli abilità sia nelle vesti di guerriero sia in quelle di diplomatico — a garantirsi l’appoggio di signori particolarmente potenti; tra questi, figura Sigurd, che tradisce Olaf (al cui fianco finora si era sempre posto) attirandolo in un’imboscata e permettendo così a Erik di vendicarsi. Alla morte di Olaf, per successione dinastica, Sven diventa sovrano di Trondheim.
Durante la successiva assemblea, Erik e Sven si trovano a occupare il posto dei loro rispettivi padri. Il peso politico che Erik ha assunto nel frattempo, grazie alla sua felice opera di espansione, non può essere trascurato; lui stesso prende anzi la parola nel consesso e promuove la necessità di accelerare quel processo di unificazione della Norvegia da lui stesso intrapreso. Sven si oppone duramente a riconoscere Erik come possibile sovrano: se qualcuno deve governare la Norvegia unita, questi non può che essere egli stesso, in quanto erede della casata norvegese più potente. L’atteggiamento di Sven, tuttavia, preoccupa gli altri capi, a causa delle sue tendenze egemoniche (esasperate al punto da far presagire dispotismo) e delle sue scarse capacità di mediatore, di diplomatico, di stratega. Tutte doti per le quali Erik invece eccelle, avendo mostrato in diverse occasioni di saper bilanciare sapientemente i vari contrappesi in modo da garantire una unità basata sul giusto equilibrio e sul rispettoso riconoscimento dell’importanza di ogni singola casata, ciascuna con le sue legittime istanze. Scoprendosi in netta minoranza, Sven abbandona l’assemblea infuriato, minacciando di opporsi con ogni mezzo — se necessario, anche con una guerra. I restanti capi concludono l’assemblea eleggendo regolarmente Erik a sovrano di Norvegia.
Nei due anni successivi, Erik prosegue la propria opera di unificazione del Paese, mentre Sven semina discordie e ribellioni nel Sud, per tentare di ostacolarlo con ogni mezzo. Caduta la contea di Trondheim, Sven si trova costretto a fuggire a Göteborg, accompagnato dalla sorella Aslaug e dalla moglie Herta. Erik, intanto, fa ritorno nella propria reggia. Ben presto, l’irrequieto Sven lascia Göteborg per andare a sfidare Erik alle porte di Yara; riesce ad aggregare un manipolo di oppositori, ma al primo scontro la netta inferiorità numerica lo costringe a fuggire e a rifugiarsi sulle montagne vicine, dove allestisce un accampamento di fortuna, mantenendo l’inflessibile ostinazione a volersi immolare nel corso di un ultimo disperato tentativo reazionario. Nel frattempo, Herta e Aslaug decidono di recarsi a Yara travestite da danzatrici, con un piano alternativo…
E proprio qui incomincia il testo drammatico e lo spettacolo teatrale!
Vi diamo quindi appuntamento a teatro per immergervi insieme a noi in questa avventura avvincente e meravigliosa, piena di colpi di scena. A presto!